laitakaupungin valot (le luci della sera)
probabilmente all'ultima edizione del festival di cannes non hanno avuto il coraggio di assegnare la palma d'oro ad aki kaurismäki. ha vinto ken loach, niente male, ma non è la stessa cosa. lo avrebbero fatto, ma è così difficile premiare un film così piccolo, così fragile da portare sul palmo di una mano. helsinki è notturna, fredda e irreale, lì dentro si muovono ombre e cani randagi, guardiani notturni e piccoli bar fuori orario. lì dentro si muove koistinen con lo sguardo di un novello buster keaton e le disavventure di un chaplin. lo sguardo catatonico di chi è trasportato a valle dal flusso inutile degli eventi, dall'idiozia assurda di certe esistenze. lavare i piatti, arrotolare una sigaretta o innamorarsi presuppongono lo stesso moto dell'animo, la stessa espressione mimica.
la trama diviene inutile, già scritta e persino indisponente nella sua voluta superficialità. gli eventi sono precedenti ad un finale già scritto, ma ciò che resta è il senso di immobilità del presente e dell'inesorabile 'sdrucciolare' delle cose.
tre o forse quattro sorrisi amari, alla jarmusch, volti ed espressioni ricercatissimi, scenari e povertà nell'inquadrature che sarebbero da aggettivizzare, se non fosse per quel cognome così ostico alla lingua italiana. kaurismäki assomiglia oramai solo a sé stesso, come la chitarra di marc ribot o la voce di waits, per citare due prestigiosi figli di lee marvin. la trilogia dell'assurdo vivere è compiuta. nuvole in viaggio, l'uomo senza passato e questo piccolo e fragilissimo film. leggero ed inutile come lo sono i piccoli gesti che riempiono i giorni, come tutto ciò che accade mentre non sta succedendo nulla.
aprire e chiudere un film con la voce di carlos gardel è segno del genio.
se ne raccomanda la visione ad un pubblico adulto.
8 Comments:
kaurismaki non può sbagliare. andrò appena possibile a vedere anche questo! thanks press
ne esce un'equazione perfetta:
la penna di Pressapoco sta a Kaurismaki
come il microfono di Minà sta a Maradona.
perchè la matematica non è un'opinione.
Mr Crown e il suo zolfo aggiustano sempre tutto.
Calamari, ho un regalo per voi.
Ve lo do al prossimo Calamari Party.
che film meraviglioso.
a me ha ricordato per certi versi "rosetta".
Sorry, io al cinemacity di 'sti due coglioni non ci metterò mai più piede...
ecco, la vogliamo scrivere una bella invettiva contro il cinemacity, contro i cinemacity nel mondo?! eh morphine?! ti prego morphine
e intanto che pensi ai mortacci che manderai al cinemacity scrivine un'altra contro Ruini!
Non maltrattate il Cardinal Ruini, non avete sentito come ha sofferto recentemente? Bisogna avere pieta'... Povera bestiola...
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