Calci e sputi e colpi di testa
Dieci o dodici anni fa, ora non ricordo, vagando per bancarelle di libri usati ho visto e acquistato il libro di Paolo Sollier. Un'autobiografia sgangherata, certo genuina e sincera ma non certo un libro che passerà alla storia della letteratura. Mi fece uno stranissimo effetto leggere questo libro. Un calciatore marxista-leninista che militava nel Perugia (addirittura con un anno di serie A alle spalle). Mi sembrava che queste parole e storie arrivassero da un altrove, che non fossero passati "solo" venti o venticinque anni da quei racconti ma che si stesse parlando di un'Italia "marziana" rispetto a quella di oggi. L'impegno politico nel quotidiano, una militanza e un ideale che potevano dare ancora un senso alla propria esistenza. Poi sono venuti gli anni ottanta e tutto questo nel bene e nel male non è più esistito.
Copio e pubblico dall'introduzione di un'intervista con Sollier datata 1978: "Certo è — dicono a Perugia — che un giocatore come Sollier se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. E dopo averlo inventato — concludono — può giocare solo nella squadra di Ilario Castagner. Sarà; resta il fatto, però, che almeno sulla carta il connubio è dei più felici: rossa naturale la città, rosso il Comune, rossa la Provincia e super-rossa la Regione, E poi lui. Paolo Sollier, 28 anni, universitario (prima iscritto a Scienze politiche, poi a Legge), il più rosso di tutti. All'inizio fu un marxismo puro e pressoché ideologico (veniva chiamato Ho Chi Min) adesso passato ad una milizia più concreta di extraparlamentare di sinistra. Attenzione, però: il suo comunismo è fede pura, è convinzione maturata ed accettata consapevolmente e non ha niente a che spartire con quello che molti (troppi) hanno riscoperto dopo il 15 giugno per piacere o per paura.
Piemontese puro sangue (è nato a Chimonte nel gennaio del 1948) ha evidenti le stimmate del contestatore impegnato: barba, baffi e pugno chiuso. Nell'ultima partita del girone di andata al Comunale di Torino, prima del fischio d'inizio, si è piazzato al centro del campo ed ha salutato levando alto il pugno destro, proprio sotto il naso di Umberto Agnelli, Dicono che il «reuccio» abbia sorriso. Certo è che quando al quarto d'ora della ripresa Damiani ha segnato, l'intera FIAT ha tirato un sospiro di sollievo. Lui, tuttavia, è tranquillo, coerente: non cerca il gesto plateale, ma vorrebbe che questo fosse chiaro a tutti"
5 Comments:
Dal titolo avrei detto fosse un post di Mr. Crown su un film con Chuck Norris, Adolfo Celi e Winona Ryder...
Un pensiero commosso a Sollier e, per restare a Perugia, Gustavo Giagnoni, allenatore con colbacco (Gaucci, ovverossia la degenerazione della specie umana).
non dimenticherei neppure Ezio Vendrame!
...diversa fede, stessa intensità!
nella foto il braccio sembra quello sinistro.
hey fellas crownicles is now online
Non dimentichiamo neanche il contemporaneo Serse Cosmi, di appartenza politica dichiarata, non a caso alla ribalta col Perugia.
E poi c'è Lui, il più proletario/rivoluzionario di tutti, quello che "provocazione chiama ribellione": Fabrizio Castori.
Certo questi sono tempi enormemente più tristi...
Post a Comment
<< Home