Tuesday, July 10, 2007

Calci e sputi e colpi di testa


Dieci o dodici anni fa, ora non ricordo, vagando per bancarelle di libri usati ho visto e acquistato il libro di Paolo Sollier. Un'autobiografia sgangherata, certo genuina e sincera ma non certo un libro che passerà alla storia della letteratura. Mi fece uno stranissimo effetto leggere questo libro. Un calciatore marxista-leninista che militava nel Perugia (addirittura con un anno di serie A alle spalle). Mi sembrava che queste parole e storie arrivassero da un altrove, che non fossero passati "solo" venti o venticinque anni da quei racconti ma che si stesse parlando di un'Italia "marziana" rispetto a quella di oggi. L'impegno politico nel quotidiano, una militanza e un ideale che potevano dare ancora un senso alla propria esistenza. Poi sono venuti gli anni ottanta e tutto questo nel bene e nel male non è più esistito.

Copio e pubblico dall'introduzione di un'intervista con Sollier datata 1978: "Certo è — dicono a Perugia — che un giocatore come Sollier se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. E dopo averlo inventato — concludono — può giocare solo nella squadra di Ilario Castagner. Sarà; resta il fatto, però, che almeno sulla carta il connubio è dei più felici: rossa naturale la città, rosso il Comune, rossa la Provincia e super-rossa la Regione, E poi lui. Paolo Sollier, 28 anni, universitario (prima iscritto a Scienze politiche, poi a Legge), il più rosso di tutti. All'inizio fu un marxismo puro e pressoché ideologico (veniva chiamato Ho Chi Min) adesso passato ad una milizia più concreta di extraparlamentare di sinistra. Attenzione, però: il suo comunismo è fede pura, è convinzione maturata ed accettata consapevolmente e non ha niente a che spartire con quello che molti (troppi) hanno riscoperto dopo il 15 giugno per piacere o per paura.
Piemontese puro sangue (è nato a Chimonte nel gennaio del 1948) ha evidenti le stimmate del contestatore impegnato: barba, baffi e pugno chiuso. Nell'ultima partita del girone di andata al Comunale di Torino, prima del fischio d'inizio, si è piazzato al centro del campo ed ha salutato levando alto il pugno destro, proprio sotto il naso di Umberto Agnelli, Dicono che il «reuccio» abbia sorriso. Certo è che quando al quarto d'ora della ripresa Damiani ha segnato, l'intera FIAT ha tirato un sospiro di sollievo. Lui, tuttavia, è tranquillo, coerente: non cerca il gesto plateale, ma vorrebbe che questo fosse chiaro a tutti"

5 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Dal titolo avrei detto fosse un post di Mr. Crown su un film con Chuck Norris, Adolfo Celi e Winona Ryder...

Un pensiero commosso a Sollier e, per restare a Perugia, Gustavo Giagnoni, allenatore con colbacco (Gaucci, ovverossia la degenerazione della specie umana).

3:56 AM  
Blogger borguez said...

non dimenticherei neppure Ezio Vendrame!

...diversa fede, stessa intensità!

7:56 AM  
Blogger chris said...

nella foto il braccio sembra quello sinistro.

9:10 AM  
Blogger mr.crown said...

hey fellas crownicles is now online

3:01 AM  
Blogger diego said...

Non dimentichiamo neanche il contemporaneo Serse Cosmi, di appartenza politica dichiarata, non a caso alla ribalta col Perugia.

E poi c'è Lui, il più proletario/rivoluzionario di tutti, quello che "provocazione chiama ribellione": Fabrizio Castori.

Certo questi sono tempi enormemente più tristi...

6:20 AM  

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