adieu
Alla fine degli anni novanta, in visita a Parigi per la prima volta. Verso le 6 e mezza del mattino mi trovai a bighellonare tra le bancarelle di un mercatino specializzato in filatelia, storia postale e numismatica che ogni domenica affolla una porzione degli Champs-Elysées. Spiegarvi nel dettaglio il perchè ed il per come mi trovassi in quel frangente poco importa e ci porterebbe fuori strada.
Decisi poi di allontanarmi di qualche passo e mi misi a sedere su di una panchina, all'ombra di alcuni grandi alberi.
Ad un tratto vidi un grande cancello aprirsi di fronte a me su di un ampio giardino curato. Ne usci una vettura scura. Dal finestrino dietro abbassato scorsi una figura e un viso che pur nella severità dell'aspetto mi infondeva una qual simpatia e un senso che potrei definire, seppur fallacemente, di protezione paterna.
L'uomo guardandomi come sorpeso mi accennò un sorriso, e mi fece un lento segno di saluto con la mano.
Ora che sta per scadere il suo secondo e ultimo mandato presidenziale voglio ricambiare quel saluto di allora a cui non feci in tempo a rispondere.
4 Comments:
Uhm... "Protezione paterna", eh?... Rapido calcolo anagrafico, una valutazione fisiognomica, una fugace deduzione lombrosiana... "Et voilà, tout se tient!" direbbe papà.
Si è tentati di ricavarne una conferma ulteriore del perché del voto a sinistra: la figlia segreta di Mitterand è molto più graziosa.
davvero bello riascoltare questa storia già udita e mai dimenticata...
ha un sapore così feudale!
filatelia, the crying of lot 49 maybe?!
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