Tuesday, August 28, 2007

when the ship comes in... I have a dream

28 agosto 1963
lincoln memorial, washington



alcuni istanti più tardi...



86 giorni più tardi...

Saturday, August 25, 2007

the nightwatchman


e così anche tom morello si riscopre folk singer: imbraccia la chitarra acustica e ci canta la predica.
non gli è bastato rovinarci gli anni 90 , arricchirsi alle nostre spalle con quella insipida poltiglia che sono stati i RATM.
RAGE AGAINST THE MACHINE ma per favore!
e dopo di loro una miriade di cloni inutili, urlanti ...e urticanti.
e così il caro tom morello scompare per un po' dalla circolazione, si va a nanna e da bravo boyscout recita le preghiere , vede una stella cadente ed esprime un desiderio.
al mattino si sveglia pieno di speranze, spera che il man in black si sia reincarnato in lui e invece si deve accontentare di essere the nightwatchman uno sbiadito e maldestro incrocio tra ben harper e tracy chapman. e come san tommaso ci vuole mettere il dito e prova a scimmiottare un po' tutti, da joe strummer a shane mcgowan per non parlare di altre mostri sacri che per rispetto non voglio nemmeno nominare.
vaffanculo tom morello! non c'era proprio bisogno di un altro predicatore per la mtv generation

Monday, August 20, 2007

Crete Goat Festival 2007


Un’esperienza davvero indimenticabile, il Crete Goat Festival 2007, una tre giorni live di ormai lunga tradizione – ma praticamente sconosciuta ai più – che si è tenuta il 3, 4 e 5 agosto nell’incredibile scenario naturale delle grotte di Haghios Nicholaos, sulla costa occidentale di Creta. Posti limitatissimi (800) ma Calamari presenti, grazie alla prenotazione effettuata con un anno di anticipo. Caratteristica del Crete Goat Festival è l’assoluta, totale assenza di elettricità, che “costringe” tutti i gruppi a suonare rigorosamente unplugged, sfruttando però la sensazionale acustica delle grotte, una cassa di risonanza naturale davvero stupefacente. L’apertura di venerdì 4 spetta, nella grotta Elounda, ai Telefon Tel Aviv, nome ormai noto dell’elettronica contemporanea proveniente da New Orleans ma qui in versione del tutto inusuale e alle prese con banjo e chitarra e struggenti pezzi del Delta. Il duo Joshua Eustis e Charles Cooper se l’è però cavata egregiamente. A seguire, nella Grotta Elekia, il buon Will Oldham, ormai ospite fisso del Crete Goat, che per l’occasione ha rifatto in blocco l’album I see a darkness ma in greco, coperto solo da un vello di pecora. Il tempo di un ouzo (caldo) ed ecco i Liars con i pezzi del nuovo, omonimo album, e con il cantante Angus che si esibisce in un gioco di eco da brividi tra i vari anfratti della grotta. Gli headliner della prima serata sono però i Queens of the stone age, apparsi un po’ spaesati dalla dimensione acustica ma salvati dai tre pezzi insieme al solito Mark Lanegan, che potrebbe anche cantare con un cuscino in faccia. A chiudere, nella Grotta Kteuson, il set after-hour di Fennesz, ossia un’ora di insulti in tedesco al suo manager, reo di non avergli spiegato esattamente la situazione elettrica. Molto interessante comunque. E, un po’ come all’Atp, tutto il pubblico ha quindi trascorso la notte nelle decine di grotte minori sparse tra Iraklio e Rethymno, in un ritorno alle origini di grande suggestione. Sebbene aperta da un set molto rarefatto dell’organizzatore del Festival, Georghiu Psoryasys (suonatore di cetra già con Nick Cave), la seconda giornata sarebbe in teoria molto rock, ma i Drones prima e i Pelican poi optano per una serie di canti a cappella e gregoriani, spesso interrotti da vere e proprie crisi mistiche di decine di spettatori e conclusi da una versione a ranghi uniti di “Black dog” dei Led Zeppelin, diventata qui “Black Goat”, visibile ora su youtube. Bravo Tom Morello, che non poteva trovare luogo migliore per presentare l’album solista con lo pseudonimo Nightwatchman, e devastanti gli Isis di Aaron Turner, che più volte ha inneggiato all’indipendenza di Creta, finendo il set avvolto nella bandiera dell’isola (uno Zeus stilizzato rosso su fondo azzurro). Un caldo torrido caratterizza l’ultima giornata di domenica 5, ma nell’Elekia si sta magnificamente e ci si può gustare il purtroppo breve set dei Ponys, il cui batterista è improvvisamente scomparso nel sottosuolo (verrà poi recuperato al largo di Kos in stato confusionale). Seguono i grandi Wolf Eyes e il pubblico si divide: la sillabazione tramite rutti di Zorba il greco è giustamente intesa come pura iconoclastia punk da alcuni, come irriguardevole ciofeca da altri. Non facile anche la performance degli Einsturzende Neubauten, impegnati per 50 minuti con la sola esecuzione di “Silence is sexy”, mentre Steve Von Till ammalia la Grotta Kteuson, ammutolita dall’esecuzione dell’ex Neurosis, solo voce e sciabordio d’acqua su pietra. Il Crete Goat Festival 2007 si chiude definitivamente alle due e mezza della notte tra domenica e lunedì con la reunion degli Sleep che per due ore e quaranta suonano una campana tibetana ripetendo all’infinito “Psarandonys is my master”. Tutto meraviglioso.