Thursday, May 18, 2006

Ieri, Moggi e Domani


E adesso chi è che glielo va a spiegare a quel bambino che giocava fino all'imbrunire, estate e inverno, a far rimbalzare quel pallone tele che si involava, a farlo rimbalzare contro il muretto metaforico dell'adolescenza, a sognare il cross perfetto e la semirovesciata come nelle bustine delle figurine, ad imitare come un asmatico il clamore della folla sugli spalti, il boato del gol? Chi ha le parole per convincere quel moccioso con le ginocchia sbucciate e la maglia arancione dell'Olanda che le partite non si vincono sul campo, che arrivare sul fondo e crossare può non essere necessario, che quei calcioni presi sugli stinchi non davano indulgenze per giungere ad un Santiago Bernabeu, che tutte i sogni si sarebbero afflosciati come ghette slabbrate? Qualcuno è capace di illudere quella mancata ala destra che non aspettava altro che un passagio in profondità da Furino, che quello che sta succedendo oggi non ha assolutamente niente a che fare con quell'infanzia tradita?