Sunday, October 29, 2006

cage's cage


“Un direttore d’orchestra famoso in tutto il mondo, noto per la sua fermezza che, secondo alcuni, arrivava addirittura al dispotismo, non meno che per la sua precisione filologica, mentre provava con la sua orchestra l’opera di un noto autore contemporaneo, un americano famoso per le sue cosiddette provocazioni artistiche, con le quali non mancava mai di stupire anche il pubblico più smaliziato, costrinse gli orchestrali a eseguire una pausa così lunga – come del resto era scritto sulla partitura – che il direttore della sala da concerti, dopo alcuni giorni, fu costretto a chiamare dall’America il noto compositore, il quale a sua volta riuscì, dopo estenuanti trattative, a dissuadere il famoso direttore d’orchestra che da più di una settimana, sotto la minaccia di un mitragliatore Kalashnikov, costringeva i suoi orchestrali a suonare l’insolita pausa.
Il famoso direttore d’orchestra, interrogato in proposito durante un’intervista, dichiarò che prima che il noto autore gli spiegasse trattarsi di un errore di stampa, lui era assolutamente certo che la pausa in questione fosse esattamente di nove giorni, e per niente al mondo avrebbe rinunciato a farla eseguire così come era scritta”.
Invenzione o realtà? Riuniamoci in profonda riflessione, calamari...

Thursday, October 26, 2006

panda kiss

Cartolina dai luoghi esotici, ci sono palme e bambù è un luogo pieno di virtù (op.cit. R.I.P. caro Bruno)... e si ci sono bambù, ci sono i panda... senza parole!

Monday, October 23, 2006

il postino suona sempre due volte... il kazoo


non c'è francesismo che tenga, un pelo di marsigliese tira più di un toupet, ça va sans dire (o dur?).
dal mesozoico al post-moderno, il richiamo del kazoo, i wanna be just like you.
un uomo per tutte le stagioni (fred zinnemann: 6 oscar nel '68). trasformista, miglior grigliere protagonista, centromediano dai piedi di balsa, sommelier dal palato di ghisa, intellettuale dalla calotta d'asfalto, barman dal grilletto facile (e non sparate sul kazooista).

dj dalla puntina di gesso. dov'è il ciuffo?!

citazionista, citofonista, fine dicitore.
................thinking of you, un calamaro a parigi.
kalamarineri&friends.

Thursday, October 19, 2006

perchè?


Perché un regista in fondo onesto come Oliver Stone (Salvador, Platoon, Talk Radio, Nato il quattro di luglio, Natural born killers) decide di sputtanarsi irrimediabilmente la carriera con una ciofeca come World Trade Center? Mistero. E’ evidente che una tragedia della portata dell’11 settembre possa ottenebrare e sconvolgere la mente di qualsiasi americano (e non solo, ovviamente), dal cafone texano al più equilibrato degli intellettuali, ma c’è modo e modo di ricordare – volendo anche onorare – il disastro delle Twin Towers senza per forza scadere nella più becera retorica e in un patetismo a cui raramente ho assistito (e di film, anche molto brutti, ne ho visti…). Penso ad esempio, rimanendo in tema, al bel “11 settembre 2001”, film a episodi (Lelouch, Sean Penn, Makhmalbaf, Loach, Gitai e altri) di rara sobrietà e allo stesso tempo di grande incisività ed efficacia nel affrontare una questione di enorme difficoltà (conciliare l’inevitabile “spettacolarità” delle immagini all’immane carica tragica è evidentemente compito improbo). World Trade Center, invece, è un fallimento totale. Stone si affida a un attore trito e monocorde come Nicholas Cage e, volutamente, a una pletora di sconosciuti per raccontare un episodio realmente accaduto il giorno dei crolli, ossia l’intrappolamento di alcuni poliziotti dell’Autorità Portuale di New York sotto le macerie di uno degli edifici adiacenti le torri, in cui erano entrati (certo con grande coraggio e altruismo) per cercare di portare aiuto. E fin qui tutto bene. Ma questo succede nei primi 12 minuti del film. Dopodiché, il delirio. Perché, essendo una storia vera, dove volete che vadano i poliziotti (che sono, intanto, sopravissuti seppur feritissimi e immobilizzati solo in due, Cage e, chiaro, un ispanico) che stanno sotto un miliardo di tonnellate di macerie? Dunque è un continuo rimando tra l’angoscia delle famiglie dei malcapitati (ah, queste mogli così fiere e forti…), i dialoghi tra i due (sempre sulle rispettive famiglie e su quanto le amano) e i loro ricordi/flasback (immaginate su cosa?), mentre tu ti sei ormai reso conto che, da lì alla prossima ora e mezza, nulla potrà succedere se non una scontatissima salvezza finale. Ma ecco il colpo di genio di Stone per ravvivare un po’ la situazione: il marine/robocop. Senza spiegarti nulla, appare un tipo in giacca e cravatta di un imprecisato ufficio nel Maine che spiega al suo capo che lui “è stato un marine degli Stati Uniti prima di lavorare lì, e ora Dio lo chiama a fare qualcosa di utile a New York”. Bene. Detto, fatto, il marine un minuto dopo è dal barbiere per il taglio da marine, e il minuto dopo ancora è in tenuta mimetica in mezzo al crollo fumante del WTC. A chiunque gli si avvicini questo figuro dice di essere in missione per conto di Dio (più o meno…) e che sa che il suo destino è essere lì. Mah. E indovinate chi sarà a trovare i due sepolti? Ma qui arrivano le due perle di quest’uomo: una volta arrivati i soccorsi un pompiere gli chiede il suo nome. Risposta: “Sono il sergente Cooper dei marine degli Stati Uniti, signore”. Al che il pompiere: “E qualcosa di un po’ più corto?”. Risposta meravigliosa: “Solo sergente, signore”. Dopodiché, constatando la difficoltà del pompiere nel calarsi dentro le macerie con tutta l’attrezzatura (casco, bombola d’ossigeno, ecc), il nostro marine se ne esce con: “Signore, lasci qui tutto e si porti solo questo. E’ il coltello Ka-bar dei marine degli Stati Uniti, e con questo può andare ovunque”. Beh, certo, stiamo solo parlando di tonnellate di cemento armato, un coltello è la morte sua. Per finire, una citazione colta del povero Stone: a un certo punto il poliziotto non-Cage ha talmente sete da avere una visione mistica. E cosa gli appare? Gesù con in mano una bottiglia d’acqua (di plastica), chiarissimo omaggio a Luciano Salce e al suo “Fantozzi” del 1975, in cui Gesù appare ai ragionieri Fantozzi e Filini che stanno morendo di sete su una barca. Grazie Oliver.

Tuesday, October 17, 2006

kinky friedman


forse alcuni di voi ricorderanno la nostra segnalazione e il nostro appoggio all'annuncio della campagna elettorale di christopher walken per le presidenziali usa del 2008. morphine ed io ne abbiamo addirittura acquistato on-line la t-shirt "vote for walken". ora , fonti attendibili rivelano trattarsi di una bufala. tutto sommato non mi importa granchè e personalmente dovessi votare lo farei comunque per walken. sarebbe comunque l'ennesimo voto contro.

nel frattempo però abbiamo scovato un altro candidato degno dell'attenzione dei calamari. trattasi di tal kinky friedman: texano, ebreo, sessantunenne, ma anche cantante, cowboy, scrittore di romanzi gialli, ed ex cocainomane. e questa volta si fa sul serio.
l'america, tutto sommato ci regala sempre nuovi eroi e continua ad alimentare la nostra vacillante voglia di sognare.
partendo da un articolo della stampa di lunedì a firma maurizio molinari vengo a conoscenza di questa bizzarra candidatura alla poltrona di governatore del texas. inizio la mia ricerca in rete e scopro un personaggio a tutto tondo e mi chiedo come sia possibile non essermi imbattuto nella sua storia prima di oggi. il materiale è sufficiente per aprire un blog monotematico per cui mi ripropongo di affrontare l'argomento in più episodi.

in italia ad esempio i suoi libri vengono pubblicati da feltrinelli e la breve bio recita esattamente così:
Richard Friedman, detto "Kinky" (Chicago 1944), è un ex musicista country, autore di canzoni satiriche e provocatorie di successo negli anni settanta, che hanno trovato il consenso tra gli altri di Bob Dylan, Waylon Jennings e Willie Nelson. Nel 1986, abbandonata la sua rurale Kerrville, in Texas, si trasferisce al Greenwich Village, a Manhattan, e si esibisce regolarmente al Lone Star Café, un locale country. Comincia a scrivere gialli, conquistandosi ammiratori come Bill Clinton e Nelson Mandela. Ora è tornato in Texas dove vive in un camper color "broccolo" insieme a vari gatti e a un armadillo e non lo si vede mai senza il cappello da cowboy, gli occhiali da sole e un sigaro tra i denti.

altrettanto interessante la sinossi del suo "a new york si muore cantando" che lo erge immediatamente allo stato di idolo indiscusso:
Sotto i colpi del serial killer cadono uno dopo l'altro tre cantanti country, ai quali l'assassino spedisce le canzoni di Hank Williams come invito a cena con delitto. Il caso sarà complesso e faticoso e la sua soluzione, studiata e casuale al tempo stesso, assolutamente logica e del tutto impensabile, oltre che dolorosa.

altri romanzi: "elvis, jesus& coca cola".

ma kinky friedman è anche un folk singer di valore assoluto al punto che per promuovere la sua campagna elettorale è appena stato dato alle stampe un cd-tributo dall'eloquente titolo: "why the hell not... kinky friedman" Tributo al futuro governatore del Texas , Mr Kinky Friedman . Bella edizione in digipak dove la crema dell'alternative country Texano , assieme al alcuni grandi , paga doveroso tributo al cantautore . Lyle Lovett , Dwight Yoakam , Kewin Fowler , Charlie Robison , Jason Boland and the Stragglers , Todd Snider , Bruce Robison & Kelly Willis , Willie Nelson , Asleep at the Wheel & Reckless Kelly , Delbert Mc Clinton . Humor , grandi canzoni e Texas .

la sua hit più famosa si intitola: "They Ain't Makin' Jews Like Jesus Anymore" e dichiara che in comune con gesù oltre alla religione ha il fatto di non aver mai avuto un lavoro fisso nè una casa nè una moglie e di aver invece passato il tempo ad andare in giro per le campagne a dire cose irritanti.

kinky friedman si candida come indipendente ed attualmente gli exit poll lo danno al secondo posto dietro all'attuale governatore rick perry

bill clinton è con lui
bob dylan è con lui
nelson mandela è con lui
willie nelson è con lui
i calamari sono con lui.

per saperne di più: www.kinkyfriedman.com
fine prima parte.

Friday, October 13, 2006

il sacerdote nero

Innominabile Rasputin notturno. Risorto Nazareno. Aleister Crowley catacombale e mesmerico. Allievo di Athanasius Kirchner e alchemico ante litteram. Mistico sufi al seguito Najm al-Dina Kubrà, viaggiatore desertico. Zelig postmoderno e distillatore di cereali. Bopper al Minton's e Cooler al Lighthouse Cafè. Intransigente Diavolo Rosso. Fondatore dissidente dell'Oulipo e ispiratore di Bulgakov. Già con Nereo Rocco e Gigi Meroni sui campi polverosi del dopoguerra. Profugo, gastronauta, poeta situazionista, tassodermista e eteronimo di Pessoa. Ineludibile, Numero Uno del gruppo T.N.T. e trasvolatore nella carlinga di Lindbergh. Dadaista, Maoista, Quattrocentista e Osservatore Romano. Padrelingua, Unno e fondatore dell'A.A.A., amante segreto di Audrey Hepburn e attore simbolo di Werner Herzog. I calamarineri a lui devoti. Santo subito!

Wednesday, October 11, 2006

facili entusiasmi


Un amico di cui mi fido mi consiglia, qualche settimana fa, un libro. Lo definisce il più bello che ho letto negli ultimi dieci anni, e stiamo parlando di una persona che credo legga qualcosa come una cinquantina di titoli all'anno. Il libro in questione è Middlesex, dell'americano Jeffrey Eugenides. Lo recupero in biblioteca, è un tomo di ben oltre 500 pagine, e parto fiducioso. Viene detto fin da subito che la/il protagonista - Calliope prima, Cal poi - è un ermafrodito, il quale racconta la sua storia partendo dai nonni greci emigrati a Detroit nel 1922 e da una particolare ricorrenza genetica che saltuariamente appare nella sua famiglia portando, appunto, a casi di ermafroditismo. Complessivamente il plot del romanzo è anche gradevole, con l'avventura dei nonni immigrati in America, la seconda generazione (i genitori di Cal) e l'adolescenza femminile di Cal, fatta di turbamenti corporali strani, cotte omosessuali (o presunte tali), sconvolgimenti, fino alla fuga finale e al passaggio verso il genere maschile. Le magagne però sono tante. L'autore - che credo abbia venduto un fantastiliardo di copie - prova in continuazione a fare il simpatico tramite i suoi personaggi (una serie infinita di clichè dell'immigrato mediterraneo et similia) riuscendo al massimo a strappare un sorrisetto storto qua è là. Se poi uniamo i passaggi davvero avvincenti del libro, questi si riducono al massimo a cinque o sei, concretizzabili tranquillamente in 200 pagine. E le altre 300? Descrizioni interminabili e inutili di qualsiasi cosa: pensieri, paesaggi, abbigliamento, flash back pesanti. Un delirio. Spesso mi sono trovato a saltare intere pagine dalla disperazione. Un esempio valido si trova all'inizio dell'opera, quando per raccontare che i nonni di Cal erano fratello e sorella (si capisce dopo un minuto) incestuosi, Eugenides utilizza un buon 80 pagine. L'uso dei riferimenti storico-politici (la questione greco/turca, Vietnam, il '68, ecc) è poi fatto un tanto al chilo, risultando sempre retorico. Insomma, se questo è un best-seller da un milione di giga biliardi di copie, I fratelli Karamazov quanto dovrebbe vendere? Aspetto giudizi, Calamari...

Sunday, October 08, 2006

micah p. hinson



i calamari neri scendono in campo
i calamari neri nella stanza dei bottoni
i calamari neri salgono in consolle
i calamari neri si occuperanno delle selezioni musicali in occasione del concerto di micah p. hinson che si terrà al bronson martedì 10 ottobre a ravenna. tutte le info qui.

dichiarazione di dust alla stampa locale: "di certo non amiamo le uscite pubbliche ma la possibilità di evocare atmosfere hard boiled in compagnia di quel giovane maledetto che un giorno siederà al tavolo dei grandi era troppo appetitosa. "

seems almost impossible

Friday, October 06, 2006

guanti neri

16 Ottobre 1968, Città del Messico.
Perchè Tommie Smith alza il braccio destro?
E perchè John Carlos il sinistro?
Peter Norman portava una spilla bianca per manifestare il suo appoggio alla protesta contro l'emarginazione degli afroamericani. Peter Norman corse i 200 metri in 20'06". Arrivò secondo. Peter Norman ci ha lasciati qualche giorno fa, detiene ancora oggi il record nazionale australiano.