DOROTHY

James Turrell e Dan Flavin sono due artisti americani che lavorano con la luce, sia essa intesa come oggetto luminoso modulabile e capace di creare sculture di luce sia come modalità di costruzione e modificazione di spazi architettonici attraverso la luce e le diversi tonalità di colore e intensità che essa può avere.

Li segnalo in particolare perchè il loro lavoro ha ispirato le scene del nuovo spettacolo di Fanny & Alexander, Dorothy, Disconcert for Oz. Tra pochi giorni lo spettacolo sarà ad Amburgo. Lo si potrà vedere in Italia il prossimo ottobre presso il Teatro Comunale di Ferrara.
Alcune delle primissime immagini dello spettacolo ci sono state gentilmente inviate e una di quelle che ci sembrava più significativa decora questo post.
James Turrell è il cowboy, l'altra foto è un'opera di Flavin.

Ecco alcuni stralci dalla presentazione di DOROTHY:
A chamber ensemble, a pianist, an oboist, a violinist, three singers, three actresses and an actor are the “atmospheric” agents of this cyclonic Disconcert re-echoing the fairy-tale's figures and essential moments, in a weaving of singing and reciting voices, in a multiple stratification of live musical performances, paying homage to the vertiginous Europeras by J.Cage. Some minimal spatial interventions, in particular on the light and the collocation of its sources, according to the concept of “luminous scenography” à la James Turrell or Dan Flavin, render the feeling of the variegated and perceptive journey in the world of Oz by means of the primary colours. The audience or a part of it is invited to sit at the centre of the eye of the visual and musical cyclone, on camp beds like the ones that were placed at Houston Astrodome during the hurricane Katrina, in the United States, to shelter the evacuees... The place is apparently aseptic, the centre of the staging in a bare theatre, a bare arena or a bare gymnasium. On the walls, an installation of about 600 fluorescent neon lights giving birth to a pipe-organ of light or aurora borealis, two gates of yellow neon lights or yellow brick road, columns of blue neon lights, monuments of white or green neon lights; everything is managed and rhythmically marked by a musical score performed by a midi interface.

the legendary marvin pontiac

marvin pontiac was hit and killed by a bus in june 1977 ending the life of one of the most enigmatic geniuses of modern music. he was born in 1932, the son of an african father from mali and a white jewish mother from new rochelle, new york. the father's original last name was toure but he changed it to pontiac when the family moved to detroit, believing it to be a conventional american name. marvin's father left the family when marvin was two years old. when his mother was institutionalized in 1936, the father returned and brought the young boy to bamako, mali, where marvin was raised until he was fifteen. the music that he heard there would influence him forever. af fifteen marvin moved by himself to chicago where he became versed in playing blues harmonica. at the age of seventeen, marvin was accused by the great little walter of copying his harmonica style. this accusation led to a fistfight outside of a small club on maxwell street. losing a fight to the much smaller little walter was so humiliating to the young marvin that he left chicago and moved to lubbock, texas where he became a plumber's assistant.

not much is known about him for the next three years. there are unsubstantiated rumors that marvin may have been involved in a bank robbery in 1950. in 1952, he had a minor hit for acorn records with the then controversial song "i'm a doggy."oddly enough, unbeknownst to marvin and his label, he simultaneously had an enormous bootleg success in nigeria with the beautiful song "pancakes."

his disdain and mistrust of the music business is well documented and he soon fell out with acorn's owner, norman hector. altough, approached by other labels, marvin refused to record for anyone unless the owner of the label came to his home in slidell, la and mowed his lawn. reportedly marvin's music was the only music that jackson pollack ever listen to while he painted, this respect was not reciprocated. in 1970 marvin believed that he was abducted by aliens. he felt his mother had had a similar unsettling experience, which had let to her breakdown. he stopped playing music and dedicated all of his time and energy to amicably contacting these creatures who had previously probed his body so brutally.when he was arrested for riding a bicycle naked down the side streets of slidell, la, it provided a sad but clear view of marvin's coming years. marvin held the tribal belief that having a photograph taken of yourself could steal your soul, thus these candid shots are the only ones known to exist. in 1971 he moved back to detroit where he drifted forever and permanently into insanity.

photos of marvin taken at esmeralda state mental institution by fellow patient nephets notrot

9 settembre 2001

sono passati circa 2000 giorni, qualcosa come 64 o 65 mesi, molti anni, ormai 6, e quello che si vuole celebrare non è un anniversario e neppure una ricorrenza, e di certo non c'è un errore in quella data. in quel giorno fu assassinato Ahmad Shah Massud. un paio di giornalisti lo raggiunsero in vetta al suo nascondiglio segreto, sulle alture del Panshir, ma da lui non si attendevano risposte, perchè dentro le loro telecamere era nascosto un quantitativo di esplosivo bastante a porre fine alla sua esistenza. morì anche uno dei giornalisti ed il secondo successivamente in circostanze poco chiare. kamikaze, dunque. il sospetto sui mandanti non tardò a palesarsi. talebani, servizi segreti pakistani e Osama Bin Laden. qualcuno, con il senno di poi, intese quell'omicidio come il segnale per i terroristi di new york, ma troppo complessa l'operazione dell'11 per essere dipesa da quella precedente. per certo, il secondo fatto fece completamente dimenticare il primo. fece cadere nell'oblio la figura del Leone del Panshir, del comandante dell'Alleanza del Nord. la sua vicenda oggi appare già leggendaria, ma il tempo passato dalla sua morte è stato riempito da vicende belliche che hanno riguardato l'Afghanistan e altre, tristemente note, zone mediorientali. qualche sito di contrinformazione non esita a sostenere che nell'organizzazione dell'attentato a Massoud avesse partecipato anche la CIA. altre ipotesi, ben più gravi di un semplice omicidio, sono oramai sulla bocca di tutti coloro che hanno capacità riflessiva. certamente quest'uomo che aveva resistito a innumerevoli attacchi dell'armata rossa, rappresentava un ostacolo non solo per i talebani. la sua vita, come altre decine di migliaia, è stata spazzata via... la sua nella sua amata vallata, quella di qualcun'altro in una moschea, chi in un mercato, chi per 6000 euro al mese e chi mentre inviava un fax osservando lo skyline assolato....

OvO

il calamaro bruno dorella è di nuovo fra noi, risvegliato dal letargo e disceso dalle alture algide berlinesi. l'occasione di un nuovo incontro, di ritrovare il filo di discorsi interrotti e di ascoltare il suo progetto OvO insieme a stefania pedretti. questa sera live@bronson.



OvO live@magnolia(milano) 15 febbraio 2007

dove eravamo rimasti?

om - nati dalle ceneri degli sleep per amanti di:
black sabbath saint vitus cathedral current 93 sunn o))) e six organs of admittance

Om at Arthur Nights in Los Angeles 10/21/06.
Travel photography from various locations around the world by Alex Obleas




OM was formed by Al Cisneros (bass/vocals) and Chris Hakius (drums), both founding members of legendary doom pioneers Sleep. They recorded their debut album Variations on a Theme in 2004. The album was an instant success; heralded as a triumphant return by Mr. Cisneros who had not made any music publicly for many years. The underground popularity of the band lead to exclusive live engagements in London, New York, San Francisco and Los Angeles. OM spent the fall of 2005 recording their new album - Conference of the Birds. Comprised of two songs that build on OM’s use of cyclical rhythm, riff and vocal intonation, the duo’s new album blends metal, chant, drone, dub and psychedelia. The band’s lyrics expound upon the structure of the universe, potentiality and freedom from the physical body. Engineered by Billy Anderson (Neurosis, Melvins) and produced by the band, Conference of the Birds progresses beyond their debut, Variations On a Theme with more fully-realized songwriting and production

del calamaro amore

Amor mi sprona in un tempo et affrena,
assecura et spaventa, arde et agghiaccia,
gradisce et sdegna, a sé mi chiama et scaccia,
or mi tene in speranza et or in pena.





stasera il party valentino: santo o calamaro? c/o diagonal forlì live: comaneci
il maggiordomo ad accogliervi e i calamari ad allietarvi...
amatevi e odiatevi, abbeveratevi di tanto amore e di amaro fiele, dissetate i cuori e inaridite le passioni, prendetevi e lasciatevi, accoppiatevi e rifuggite le tentazioni della carne, annussatevi e disprezzatevi, sussurate e gridate, ritrovatevi e perdetevi, una carezza e un pugno, stringetevi e ricordatevi di chicaco 1929 e di al capone, di pantani e dell'amor che move il sole e l'altre stelle...

immagine: bosch
parole: petrarca

valentino: santo o calamaro?

mercoledì 14 febbraio i calamari neri vi invitano al party più nero, più dolce e ancora più nero presso il diagonal loft club a forlì. inizio ore 21,30. live i comaneci (vedi post qui sotto by morphine) selezioni e visioni a cura dei black squids, omaggi e ossequi a cura di richard p. feynman, il maggiordomo.

scopare meno scopare tutti.
nel nome del padre del figlio e del grinderman

no pussy blues.

No Pussy Blues

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love is the greatest joke

Sarà la rapinosa voce di Francesca Amati, frontwoman del gruppo ravennate Comaneci, a scaldare le atmosfere del secondo party dei Calamari Neri, questa volta al Diagonal di Forlì, mercoledì 14 febbraio, incidentalmente anche festa di San Valentino. E, per una volta, mi affido alle parole di un amico scriba per descrivere la musica che aprirà la serata calamaro-valentina. "Terzetto piuttosto anomalo – alla Amati (voce e chitarra) si aggiungono Andrea Carella (chitarra e tastiere) e Jenny Burnazzi (violoncello) – i Comaneci emergono prepotentemente e inaspettatamente dal sottobosco dell’autoproduzione ravennate nella primavera del 2004, in virtù di un demo omonimo di sorprendente bellezza. Il cantato in inglese della Amati – delicatissimo e un po’ roco, tra Shannon Wright e Chan Marshall – incede sinuoso e sornione, a volte quasi sussurrato, tra sonorità che affondano le radici nella tradizione statunitense (western, country) per approdare alla tessitura di trame tenui e malinconiche, sospese in un’eterea e avvolgente impalpabilità. Suoni rallentati, quelli del terzetto ravennate, un folk acustico spesso intriso di tinte scure e ipnotiche che si estrinseca in un mazzo di canzoni – Arthur e Beautiful Strength su tutte – davvero impensabili per una band (italiana poi) all’esordio autoprodotto (ma l'album nuovo è finito...). Tanti i riferimenti stilistici, seppure tangenziali: Mazzy Star, per esempio, o Neko Case, come pure certi Low. Ma in realtà è proprio il risultare niente affatto oleografici che fa dei Comaneci un caso anomalo della scena indie italica, slegato da riferimenti autoctoni e con un potenziale di talento ancora solo intravisto che può solo far ben sperare. E anche dal vivo il gruppo non paga dazio all’inesperienza, riuscendo la Amati a destreggiarsi con scioltezza tra toni bassi e repentine impennate d’acuto, mentre la padronanza tecnica di Carella e Burnazzi cesellano un fine contrappunto."

da arnold a joanna...

a dire il vero, nei giorni scorsi, mi chiedevo dei percorsi altrui per indagare effettivamente sui miei, per comprendere come si possa giungere a richard young partendo da domenico modugno, o del come approdare a diamanda galas senza nominare nina simone, edith piaf e demetrio stratos. non sono venuto a capo di nulla, ma quello che ho timidamente scoperto è che è necessario continuare ad allargare i confini dell'esperienza musicale, personale e generale in toto. un metodo pratico e rapido nello stesso tempo è, per esempio, ascoltare le trasmissioni radiofoniche di radio resonance, radio inglese che ospita settimanalmente i dj's della rivista wire. un'ora e mezza spesso ostica e scorbutica, difficile e al limite dell'incazzatura, dove si alternano doom e glitch, pre post e avant (il sostantivo è a piacere), drone e etno, ambient free e minimal e qualsiasi altra parola vogliate aggiungere. ma è un suono che scuote, che non lascia indifferenti, che ritorna a far vagheggiare un'ipotesi e un'idea che ritorna, un limite da oltrepassare nuovamente... ascoltatelo qui. per esempio l'altra sera il pierrot lunaire di arnold schonberg (1912, si badi bene) pareva la cosa più rigenerante udita nell'ultima settimana, e la domanda mi sorgeva spontanea... joanna newsom sarà al corrente di tutto ciò?

nella foto arnold schonberg ai bagni estivi

folk as hell

nei giorni scorsi l'amico press si domandava , prendendo spunto dall'intervista a bruno dorella, come si potesse arrivare ai ronin partendo dai napalm death o dagli ac/dc.
a me sin da subito la cosa era sembrata piuttosto naturale anche per un mio parallelismo formativo con bruno.
quella considerazione però era rimasta a galleggiare tra i miei pensieri e di tanto in tanto si aggiungeva qualche tassello al mosaico.
ad esempio se così non fosse non si sarebbe arrivati ai sunn o))), agli earth e a tutti i loro derivati, o agli om che splittano con current 93 e six organs of admittance. se non ci fosse una sorta di legame apparentemente invisibile tra gli estremi che si toccano tutto ciò non sarebbe stato possibile.
lo stesso isidoro bianchi ammette nell'ultimo numero di blow up che se la rivista fosse uscita alla fine degli '80, invece che di ktl e wolf eyes si starebbe parlando appunto di napalm death.
difficile a questo punto escludere dal discorso i primi vagiti del true norvegian black metal , perchè a mio avviso transilvanian hunger (darkthrone) è quanto di più folk si possa immaginare, quanto di più vicino alla natura e alle proprie origini.

squid news

un segnale forte?!
il calcio si ferma, a me pare una stronzata. diamo un segnale forte: arrestiamo i colpevoli, processiamoli, condanniamoli e facciamo rispettare la pena. sempre, tutte le domeniche in tutti gli stadi. i treni speciali? a fare in culo. morphine vai avanti tu...

valentino: santo o calamaro?
i calamari neri festeggeranno il san valentino con un party al diagonal (loft club a forlì).
on stage i comaneci (folk - ita), ai piatti i calamari e le loro visioni. ad accogliervi il maggiordomo.
more details soon

chtulhu riposa in polesine?!
the pulpit: nuove sviluppi e nuove scoperte su h.p.lovecraft grazie al presunto ritrovamento di nuovi carteggi. solo da pochi anni le sue missive sono divenute oggetto di studi approfonditi che produrrebbero significativi cambiamnenti nella biografia del solitario di providence

piramidi ovunque?!
ex yugoslavia: le piramidi ce le avevamo sotto al naso e non ce ne siamo mai accorti. sarà possibile? effettivamente a giudicare dalle foto, dagli allineamenti e dai primi scavi sembra proprio di sì.
potete iniziare le vostre ricerche da qui.

il gigante

Se ne sta appoggiata quasi al centro dell'America, la città di Memphis, appena un poco più a est, giusto un soffio dentro il Tennessee. Da lì proviene Micah Paul, un ragazzo come tanti, con un bel paio di occhiali da nerd e un'espressione pacata, ma furba. Non ha l'aspetto di una star, Micah Paul, non lo scambieresti per un rocker, al massimo per uno dei tanti wannabe dei tempi nostri, aspetto clean d'ordinanza e tutto il resto. Poi però Micah Paul inizia a cantare e qualcosa succede. Micah diventa un gigante. Una voce così non ci può stare tutta dentro un ragazzo così, e Micah cresce, sul palco, piano piano lo vedi anche da lontano, grande, imponente, perchè è ovvio che quella voce deve venire da qualcosa di più grande di quel ragazzo. Quella voce. Quelle canzoni. Perderle, nemmeno a pensarci. E poi, solo a due passi, al solito Bronson. Bronson che ancora una volta dà a noi calamari l'onore di curare le atmosfere sonore prima e dopo la voce del gigante, insieme agli amici, Kekko, Diego, Momo... Micah P. Hinson e i Calamari venerdì 2 alle 10 e mezza. Chi ci ama ci segua.