Si è resa cronaca ultimamente di come l’ultimo, e dunque unico, gestore di cinema d’essai (e in realtà di cinema tout court, visto che tutti i cinema del centro storico hanno dovuto chiudere bottega dopo l’apertura di una mostruosa multisala periferica che solo a passarci di fianco ti fa venire la depressione) ravennate sia stato sfrattato dalla sua sala storica di proiezione perché il proprietario di questa, la Sacra Romana Chiesa, non ha gradito la proiezione, sei mesi fa, non ieri, di un documentario su di un noto parlamentare della Repubblica Italiana, parlamentare a cui capita, oltre che essere comunista, di essere anche transessuale. E questo è troppo per la Sacra Romana Chiesa, è assolutamente inaccettabile – così ha protestato l’Unione degli Esercenti Cattolici – che in una sala di proprietà divina venga mostrato un documentario su un comunista e per di più tran-ses-su-a-le!!, ma stiamo scherzando? Poco importa che il documentario in questione sia stato presentato in alcuni dei maggiori festival cinematografici europei o che il parlamentare in questione sia un rappresentante del popolo italiano regolarmente eletto tramite votazione democratica, no!, la Sacra Romana Chiesa se ne sbatte del popolo italiano e delle sue assurde elezioni, la Sacra Romana Chiesa deve ergersi ad ultimo baluardo della moralità del popolo italiano, e questa è l’unica cosa che conta. Il signor Beo – questo il nome del proiezionista/gestore miscredente – può programmare qualsiasi tipo di film gli passi per la sua mente di ateo destabilizzatore di oneste famiglie cristiane, può programmare film intrisi di violenza, di sesso, ma mai e poi mai un documentario su un parlamentare comunista e transessuale. La Sacra Romana Chiesa è stata anche troppo indulgente negli ultimi secoli con gli infedeli (si è addirittura arrivati ad ammettere che Galileo Galilei aveva ragione, solo per calmare gli infedeli) ed è veramente ora di finirla, se no dove si andrà a parare. Ma ancora più attoniti lasciano le dichiarazioni dei maggiorenti ravennati, sindaco e assessori sparsi, tutti appartenenti alla cosiddetta sinistra, i quali, con fare tonitruante e coraggioso, affermano di augurarsi «che il cinema Jolly possa continuare la sua programmazione d’essai, imprescindibile per la città». Essi si augurano cioè, non che il signor Beo continui la programmazione, ma che il cinema continui ad esistere. Del signor Beo, che nel XXI secolo si trova a dover di nuovo subire la Santa Inquisizione di Sacra Romana Chiesa, ai maggiorenti, non gliene frega un beato cazzo. Che si fotta, il signor Beo, la sinistra illuminata mica può stare dietro ai problemi di chi si permette di offendere Iddio con i suoi documentari blasfemi. Ora, se c’è una cosa che davvero mi fa ribollire il sangue, una cosa che riesce a schiantare senza esitazione la mia pur scarsissima sopportazione del genere umano, questa è senz’altro l’atroce ipocrisia di Sacra Romana Chiesa, il suo inverecondo falso moralismo cresciuto nei secoli dei secoli sopra i più efferati stermini che la storia possa ricordare – penso al genocidio eseguito nel nome di Cristo Redentore delle popolazioni del Sudamerica nel XVI secolo, tanto per dire, alle Sacre Crociate, alla già citata Santissima Inquisizione, senza tralasciare i danni incalcolabili dovuti alla proibizione dell’uso di anticoncezionali presso le popolazioni dell’Africa sub-sahariana e le innumerevoli guerre di religione di cui ogni epoca è stata, è e sempre sarà costellata – per non parlare della mollezza dimostrata in occasione delle reiterate scoperte dei più biechi e sordidi intrallazzi immaginabili (vomitevole, la neutralità nei confronti del nazismo, tanto per gradire. Poi trasformatasi addirittura nella protezione bella e buona dei suoi più squisiti rappresentanti. Vomitevole, il coinvolgimento nello scandalo del Banco Ambrosiano, giusto per citarne poi uno a caso. Belle figure del cazzo, gli innumerevoli casi di porno-pedofilia esercitati dans tout le monde da priori, don e cappellani vari), mollezza talmente viscida e repellente che mai e poi mai io potrò in alcun modo stimare un rappresentante qualsivoglia di Sacra Romana Chiesa, né tanto meno potrò della summenzionata Unione degli Esercenti Cattolici, alla quale appiccherei volentieri le fiamme, non foss’io il codardo che in realtà sono. Fine.